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IL SACCO UMANO

IL SACCO UMANO

In occasione della Giornata della Memoria
Il Sacco Umano
di Lea Karen Gramsdorff
* adatto ai ragazzi delle superiori


Fine estate del 1943.

In un'aula di un edificio scolastico ormai abbandonato un soldato della Milizia, Luciano Adorni detto il Luccio, cerca riparo per la notte. Ma non è il solo ad aver eletto quel luogo a rifugio temporaneo: tra la montagna di sacchi ammassati infatti si nasconde anche qualcun altro...

"Il Sacco Umano", testo originale con il quale la regista de "La III Onda" torna a confrontarsi con il tema della memoria storica e le sue ambiguità, inizia come una vicenda possibile, con un incontro tra due personaggi dai nervi tesi a causa della guerra.

La scrittura cinematografica utilizza il contenitore teatrale per aprire spazi verso l'assurdo e verso una "poetica della cattiveria dell'animo umano", verso quel non-luogo in cui il bene e il male camminano su una linea di separazione sottile giocandosi la partita tra coscienza e sopravvivenza.

Il forte impatto sonoro dello spettacolo, che si avvale dell'intervento dal vivo di un sound-perfomer, sposta progressivamente lo stato emotivo e razionale dello spettatore, trascinando la narrazione verso una sorta di rarefatto incubo in cui la Storia della Seconda guerra mondiale, quella che nei libri di testo si studia e si capisce, prende forma, corpo e voce per raccontarci l'incomprensibile.

La Seconda guerra mondiale ci appartiene, non solo perché nella sua aberrazione è una creazione del tutto umana, per cui come diceva Primo Levi “è accaduto, dunque può accadere di nuovo...”, ma perché è ancora scritta nel DNA delle nostre famiglie e della nostra società. Non è solo un lontano ed astratto paradigma da conoscere.

È la storia di un fallimento dell'umanità da non dimenticare.